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Chi di noi non ha visto nei film e nelle serie americane i protagonisti mangiare i tipici panini? A dire il vero io li ho provati e sono buonissimi, ma non faccio testo, sono dipendente dalla “frutta secca”… Intanto mi devo auto correggere, perché usare questo terme per le arachidi, nonché per gli altri semi oleosi, è un errore semantico, molto comune tra noi Italiani: infatti la frutta secca è rappresentata dai fichi, i datteri, le prugne, le albicocche, che comunemente mangiamo così o usiamo per preparare dolci; le noci, le nocciole, le mandorle i pistacchi etc. etc. sono semi oleosi o noci, e tali andrebbero chiamati. Per quello che riguarda le arachidi, non si tratta né frutta né di noci ma di una leguminosa originaria del Brasile, assimilabile quindi alla soia o ai fagioli, e lo si vede anche dalla forma. Vengono raccolte ed essiccate, quindi lavorate da crude o dopo essere state tostate. Il derivato più amato, che viene impropriamente chiamato burro, è la crema che viene ottenuto dai semi tostati e poi macinate con o senza olio di semi, fino a ottenere una crema da spalmare.

Si racconta che il grande Elvis Presley amasse mangiare il burro di arachidi sul pane con marmellata d’uva, banana e bacon fritto (devo dire che sono curiosa e lo proverò). Come molti altri alimenti arriva dal sud America, diffuso dopo la sua scoperta dai commercianti ed ha una storia antica: ci sono prove che venisse già prodotto dagli Aztechi. Questi legumi giunsero nel nord del continente e qui vennero scelte da un farmacista canadese, Marcellus Gilmore Edson, che nel 1849 brevettò un processo di macinazione delle arachidi tostate, cui veniva aggiunto zucchero, per creare una pasta alimentare calorica ed economica, ricca di proteine e priva di colesterolo. Successivamente il famoso dottor Kellogg studiò la ricetta di un burro ottenuto dalle arachidi crude, come preziosa fonte proteica per i pazienti della sua casa di cura con difficoltà di masticazione.

Il vero burro di arachidi deve comunque contenere almeno il 90 per cento di arachidi, poi lo si può addizionare di quel che si ritiene; sul mercato odierno ve ne sono a ridotto contenuto di grassi, con sale, con zucchero, in polvere e liquido. Se vi ho incuriosito e volete mangiarlo, ammesso che non ne siate già dipendenti, bisogna ricordare che è un alimento molto calorico: apporta circa 590 Kcal per 100 grammi, rappresentati per circa 52 grammi dai lipidi, 25 grammi dalle proteine e 19.6 grammi dai carboidrati; essendo un prodotto di origine vegetale è però privo di colesterolo. Nonostante abbia molti grassi polinsaturi, contiene acido palmitico, acido grasso saturo con potenziale affetto aterogeno, cioè favorisce la crescita delle placche di grasso nei vasi sanguigni. C’è da dire che contiene molti microelementi come potassio, sodio, fosforo, magnesio e zinco e molte vitamine come la B3 e la E. Se preparato con arachidi rivestite di tegumento, il burro fornisce anche 25 grammi di fibra, senza tegumento circa 6.8 gr/100 grammi di polifenoli e resveratrolo, lo stesso antiossidante contenuto nella buccia dell’uva e nel vino rosso.

Le arachidi però sono tra i cibi maggiormente allergizzanti e molte persone possono manifestare una sensibilità nei confronti dei loro derivati. Perfetto per essere spalmato su fette biscottate, pane tostato o pancake, insieme alla marmellata, consumato con la frutta fresca come mele o banane e ideale da inserire nei frullati per donare gusto e consistenza.  Riassumendo: è un valido supporto energetico per apportare grassi buoni e proteine, è gustoso ma anche molto calorico, quindi va maneggiato con cura, è adatto a chi fa molto sport; a proposito, voglio sapere se avete provato a mangiarlo con la marmellata e che ne pensate…