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Alla fine di gennaio si festeggia Sant’Abaco, il cui santuario sorge a Caselette sulle prime pendici del Monte Musinè (a 535 m s.l.m.). Oltre ad essere un luogo di culto è anche facile meta di escursioni; vi si accede per una strada acciottolata che sale dal campo sportivo di Caselette. Sulle origini del santuario di Caselette le notizie sono scarse e incerte, la prima citazione diretta è del 1622: in un atto comunale i confini di un appezzamento boschivo sul Musinè vengono indicati con riferimento alla cappella.  La festività religiosa di Sant’Abaco ricorre il 19 gennaio, giorno in cui la Chiesa fa memoria dei santi Mario, Marta, Audiface e Abaco. La tradizione più nota su vita e martirio di questi santi è un racconto leggendario, in cui è però possibile individuare un nucleo di storicità che ci pone di fronte alla figura reale di questi martiri. Il racconto fu reso popolare da un libretto del 1861, scritto da don Bosco ma preparato dal conte Carlo Cays. In anni di grandi lavori sul santuario dedicato a Sant’Abaco e di devozione molto sentita verso questi santi, il conte Cays sollecitò l’amico don Bosco a scrivere qualcosa che ravvivasse ulteriormente la venerazione di sant’Abaco, mettendogli in mano la documentazione per il libro. Don Bosco si era basato su notizie contenute negli Acta Sanctorum. Vastissima raccolta di scritti sulla vita dei santi composta a partire da metà Seicento dai Bollandisti. La parte dedicata a Abaco e soci era un racconto che risaliva agli inizi del Medioevo, in particolare al VI-VII secolo. Le celebrazioni liturgiche al santuario sono officiate il 19 gennaio, e le domeniche precedente e seguente. Il sabato precedente il 19 gennaio si tiene presso il santuario un pomeriggio di festa che si conclude con una fiaccolata a scendere dal santuario al paese.