Un vivace ottantacinquenne appassionato di bridge e golf è caduto vittima di una truffa senza precedenti, architettata da criminali ingegnosi e senza scrupoli.
L’INIZIO DELL’INGANNO
Il 29 marzo Roberto, mentre si stava recando dal giornalaio a bordo della sua Toyota, ha avvertito un rumore simile a un urto alla carrozzeria. Sicuro di non aver impattato contro nessuna auto, ha serenamente continuato il suo viaggio, fino a quando è stato affiancato una Fiat Panda Blu.
Da quell’automobile è sceso un uomo che, inveendo contro di lui e indicando un’ammaccatura sulla propria auto e alcuni segni blu sulla carrozzeria dell’auto di Roberto, ha accusato l’anziano di averlo tamponato. Ma il crudele inganno non si è ridotto solo a questo.
GLI ELEMENTI CHE HANNO RESO IL FINTO INCIDENTE CREDIBILE
Il malintenzionato ha usato i segni blu sul paraurti anteriore della Toyota di Roberto, coincidenti con il colore della sua Panda, per trarlo in inganno. Non si è però limitato a questo, ma ha continuato a manipolare l’anziano con l’aiuto di alcuni complici.
Il truffatore, infatti, aveva portato con sé, a bordo della Panda, una donna e due bambini: un quadretto architettato per carpire la fiducia dell’anziano facendogli credere di trovarsi davanti ad un padre di famiglia, indaffarato e preoccupato per i danni provocati da quell’incidente.
Poi, per rendere la farsa ancor più credibile, il truffatore ha persino simulato una chiamata a un sedicente vigile urbano (altro suo complice), che ha consigliato a Roberto di risarcire immediatamente il danno provocato, pena il decurtamento di ben sei punti dalla patente e una salatissima multa.
Ma l’audacia del truffatore non si è limitata neppure a queste menzogne. L’uomo, infatti, ha avuto anche l’ardire di proporre all’anziano di recarsi insieme a lui da un carrozziere per effettuare la valutazione del danno. Ma in quella “officina” – che poi si è rivelata essere inesistente – è entrato solo lui che, una volta uscito, ha riferito a Roberto che per riparare il guasto alla carrozzeria sarebbe stata necessario pagare ben 700 euro. A quel punto, quindi, ha proposto all’anziano di consegnargli quanto aveva con sé, convincendolo a dargli 350 euro: cioè, tutto ciò che l’anziano aveva nel portafoglio.
LA CRUDELE OSTENTAZIONE DELLA BEFFA Il truffatore spietato poi, non pago di aver estorto con l’inganno il denaro all’anziano, lo ha mortificato rimuovendo, davanti ai suoi occhi, i segni blu dalla carrozzeria della sua auto: si trattava di righe effettuate con un semplice pennarello. «Mi sono sentito umiliato», dice Roberto, che ha generosamente accettato di raccontare questa sua disavventura per mettere in guardia più persone possibili da questo genere di truffe.