Vino sì, vino no? La diatriba tra sostenitori e sedicenti talebani della nutrizione è aperta; c’è infatti chi sostiene che un bicchiere a pasto per gli uomini e mezzo per le donne sia garanzia di longevità. Come tutto quello che riguarda la nutrizione, mi sento di dire che la regola fondamentale è il buon senso e la moderazione; non esistono infatti cibi buoni o cattivi, esistono le quantità giuste o eccessive. Anche al vino si applicano le regole appena espresse e quindi adattiamoci. Va da se che se si soffre di patologie specifiche, sarà il medico a sconsigliare il consumo di vino, rosso o bianco che sia, perché esso contiene alcol ed è calorico, oltre che sollecitante per il fegato. Infatti siamo portati a considerare il vino una “bevanda” ma di fatto è un alimento e anche piuttosto calorico; quello bianco lo è di meno ma la sua capacità energetica va dalle 80 alle 130 kcal. per 100 grammi. Quando beviamo allora facciamo attenzione alle quantità e se vogliamo bere un po’ di più, diminuiamo la dose di carboidrati (pane e pasta) che consumeremo in quel pasto. Per onestà intellettuale, devo dire che gli studi scientifici hanno evidenziato come nelle 4 enclave di ultra centenari del mondo – due sono in Italia: Sardegna e Calabria – le popolazioni bevano due volte al giorno degli alcolici in piccole quantità. Inoltre nel cosiddetto “paradosso francese” si nota come la popolazione francese, appunto, nonostante consumi molti grassi animali, bevendo vino rosso non patisce, da un punto di vista epidemiologico, come altre popolazioni consumatrici di colesterolo. Insomma, cosa posso dirvi? Che occorre bere con parsimonia, ricordandoci che a tavola per dissetarsi si beve acqua e che il vino deve essere un piacere da gustare e centellinare. In queste Feste concedetevi un calice di rosso e una flûte di bollicine, per brindare al nuovo anno, poi ricominciate a fare attenzione a non esagerare. Prosit!