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UGUALI? NO, GRAZIE!

Sono passati ormai oltre più di 50 anni da quel lontano 7 settembre 1968, in cui ad Atlanta, andò in scena la messa al rogo di tutti gli indumenti femminili considerati costrittivi, oltre che simbolici, di una condizione millenaria. Di strada se ne è percorsa tanta da allora e, poiché si tratta di tempi storici, si può provare a fare un bilancio. Le donne hanno ottenuto la parità? Se si, in che modo, a che livelli, con quali compromessi e risultati? Se invece non fosse così, sarebbe davvero un risultato terribile? Proprio su questo aspetto dibatte il nutrito gruppo di autori, sono 24, appartenenti ad ambienti culturali, politici e professionali diversi, che hanno espresso le proprie considerazioni sulla questione.

Si parla di femminismo, di come abbia modificato la società civile della seconda metà del ‘900, di post femminismo, con le sue conquiste ancora da fare, che non sempre sono in linea con i metodi e gli obbiettivi del movimento suo predecessore. E poi il sessismo, che nonostante i profondi cambiamenti, emerge ancora nei comportamenti di molti uomini e, a volte, trova giustificazioni da parte delle donne stesse. Alcuni degli scritti affrontano le realtà di altre società nel mondo e altri ancora esaminano il ruolo della donna, prima e dopo, nell’arte, nel cinema, nella letteratura. Insomma un’antologia di ampio respiro, in cui non sempre si segue la vulgata diffusa e in cui si cerca di esprimere pareri a volte anche contro corrente.

Lo spirito che aleggia in tutto il libro è, comunque, il riconoscere che l’uguaglianza sostanziale debba riguardare il riconoscimento da parte delle Istituzioni, della Legge e del mondo del lavoro; per tutto il resto, in barba a oltre cento anni di movimenti femministi, la meraviglia è essere diversi e di fare della unicità uomo-donna, il punto di forza della nostra coesistenza rispettosa e proficua, perché si sa, dalla tensione nasce la creatività, dalla differenza la ricchezza e dal libero flusso di idee, la società.

Buona lettura in serena “dis-eguaglianza”.