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Che cos’è un segreto? La psicologia lo ritiene un elemento fondamentale delle relazioni umane. Tutti i rapporti interpersonali si fondano sulla conoscenza gli uni degli altri ma non esiste una conoscenza corretta e completa, neppure di se stessi, tanto che si parla di “menzogna esistenziale”. Nel nostro modo di agire noi non riveliamo dei nostri processi psichici che una piccolissima parte, solo la selezione più ordinata, o che ci pare tale. Inganniamo e ci ingannano, in un gioco di alterna e reciproca segretezza che amplifica la nostra vita, l’arricchisce di mistero. L’universo delle relazioni è un argomento affascinante perché tale è la complessità del tessuto umano. Lo sa bene la scrittrice Annella Prisco che ama indagare soprattutto l’universo femminile come ha già fatto nei precedenti romanzi, “Appuntamento in rosso e Specchio a tre ante”. Le donne, in particolar modo, sanno nascondere con complicati artifici quella parte segreta, quello spazio in cui risiedono brandelli d’identità, scorci di vita, rapporti, amicizie, passioni intellettuali o modi di essere che vengono accuratamente celati. Non sono scheletri di cui vergognarsi, bensì pezzi di personalità che si fa fatica ad accettare e a far accettare, ritagli di verità.

Non a caso il segreto è una tematica fondante della letteratura a partire dalle sue origini mitiche: si va da Petrarca, Ariosto e Tasso a Dostoevskij, a Borges, da Pirandello a D’Annunzio, a Sbarbaro, a Ungaretti e Montale, alla narrativa del postmoderno. Il segreto ha un ruolo fondamentale nelle varie formazioni sociali, dalla famiglia alla politica, regola i rapporti sociali ed è dunque materia di racconto e confronto.

Noi, il segreto – Guida editore – è la storia di Graziella, insegnante originaria di Atrani, piccolo borgo della Costiera amalfitana, sposata con Gerardo, uomo mite e comprensivo, che decide di accettare l’incarico di docente in un Istituto scolastico lombardo. Un’opportunità che sceglie di non perdere nonostante la malattia del padre cui è molto affezionata, l’amarezza di lasciare i luoghi natii e le abitudini rassicuranti. Sul treno che la conduce ad una nuova esperienza incontra un uomo al quale si sente misteriosamente legata da un’insolita affinità. Questa sensazione l’accompagnerà nei giorni successivi insieme a una vaga solitudine e a un sottile malessere che neppure la vicinanza solidale della compagna di stanza Tania e della collega Marta, riusciranno a smorzare.

La vicenda si svolge su due binari paralleli, l’intreccio e i colpi di scena, l’introspezione e la riflessione. Il primo porterà ad un finale imprevedibile, il secondo approfondirà il mondo intimo, i pensieri inespressi, i dubbi e i timori, incrociando il sentire di Graziella con quello delle altre due donne amiche e confidenti. Un viaggio nelle profondità dell’io che si confronta non solo con attimi straordinari ma con la singolarità di momenti quotidiani e intimi, l’amicizia, l’amore, le guerre, le relazioni difficili, la malattia, i sensi di colpa e il timore del futuro, le incertezze dell’esistenza che scorre.

Una lettura dal doppio registro, nella quale Annella Prisco affianca all’analisi interiore quella sociale con la naturalezza di una scrittura agevole e di una trama accattivante. Tutti gli esseri umani hanno tre vite: pubblica, privata e segreta” scrive Gabriel García Márquez, e nel racconto dall’autrice i dilemmi personali di Graziella vanno oltre le problematiche femminili e individuali, diventano espressione di una moralità controversa, indeterminata, propria della società borghese in cui vivere nella realtà significa avere soltanto idee in conformità al mondo, significa rinunciare a se stessi, alla lotta e alla passione in cambio della sicurezza. Graziella e suo marito Gerardo, entrambi persone dabbene, ne sono l’espressione, membri di quella “borghesia” dagli intimi e quotidiani dissidi, affanni e cure che, nonostante una parvenza di stabilità, è costretta a fronteggiare eventi inaspettati ma non eccezionali che mettono in luce le debolezze e le relative inquietudini della quotidianità della vita familiare. Segreti dell’anima mascherati dal conformismo e dall’omologazione per non scuotere troppo l’equilibrio esistenziale e assumersi la responsabilità della propria infelicità, altro tema ricorrente nella scrittura di Annella Prisco che sa intercettare le infinite variazioni del mal di vivere soprattutto quando è informe e incolore, ma – sottolinea la giornalista Bella Pollen – “avvelena lentamente. Si insinua in ogni poro della tua pelle fino a quando un giorno il tuo cuore smette di battere”.