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La frase potrà sembrare contraddittoria, soprattutto se detta da un grande campione, che da quel lontano 1975, Alberto di strada ne ha fatta tanta, non solo dal punto di vista dei chilometri percorsi. Le corse di Rally e le sgroppate in fuoristrada sulle montagne e nei luoghi impervi mi sono sempre piaciute, per questo intervisto questo grande campione con piacere.

M: <<Buongiorno Alberto, dal suo curriculum ho visto che ha cominciato presto, inizi anni ’70, a gareggiare>>

A: <<Avevo 19 anni quando nel ‘72 applaudivo Munari a Montecarlo, e nello stesso anno facevo la mia prima gara come copilota al 100.000 Trabucchi con Enrico Glorioso, boss della Sparco, “cavalcando” una ruggente FIAT 850 coupé.  Non sto a spiegare il fuoco della passione dirompente che mi ha sempre albergato, sarebbe inutile e la sminuirebbe>>

M: <<Immagino, guidare auto forti e scalpitanti come quelle da Rally, in percorsi difficili e pericolosi non è da tutti, ma come prese la sua famiglia un esordio tanto precoce?>>

A: <<La mia famiglia, pur avendo le possibilità di aiutarmi, mi ha sempre negato l’appoggio, di ogni tipo, per impedirmi di seguire la mia passione; per i miei genitori dovevo pensare a studiare e a laurearmi. Con buona pace di tutti così non è poi andata, ho fatto il pilota e il commerciante e non il dottore, non ho mai mollato e ho seguito i miei sogni>>

M: <<Il suo palmares è da vero campione: nella sua attività sportiva ha collezionato 64 vittorie di Classe e gruppo oltre ad un primo assoluto su Opd Kadett GTE, Gruppo 1 nel Rally Valli Canavesane (TRN) e molti risultati nei primi 10 assoluti in TRN e CIR con 3 campionati nazionali vinti. Devo ammettere che ne capisco poco ma so che ora ci spiegherà>>

Alberto sorride come si fa quando ci si trova davanti un bambino curioso e non si fa pregare due volte.

A: <<Dopo i primi esordi con una vecchia 125 FIAT già usata da Lindberg ed ex muletto di Dario Cerrato, resi possibili usando i risparmi che accumulavo facendo il benzinaio nei week end e spesso in settimana, continuai su una Fulvia HF pluri-usata, ex auto di Berruto, con 120.000 km di esperienza, con cui partecipai a 3 gare, arrivando per 3 volte primo di gruppo. Gli anni successivi videro i primi aiuti dei preparatori che mi sostennero, a cominciare dal mitico Italo Caveglia, che facendomi partecipare nel ‘77, ‘78 e ‘79 al trofeo Fiat ricambi, mi aiutò tantissimo ad emergere. Quei premi mi diedero l’ossigeno economico per continuare. Le cose continuavano ad andare bene e ci fu il passaggio, grazie all’aiuto di Marcello Delfini, a Magazzini dell’Auto su una Opel Kadett GTE, che mi ha permesso di vincere il Campionato italiano Rally Nazionali Gruppo 1, totalizzando 8 primi posti di gruppo. Nello stesso anno arrivai primo all’internazionale 100.000 Trabucchi e al Rally di Ivrea primo assoluto con la fida Kadett GR 1, davanti a Stratos e 131 Abarth. Per me si aprì il paradiso, la speranza di arrivare con la mia passione a una guida semi ufficiale o ufficiale. L’anno dopo, sempre con Conrero, l’Astigiana Corse mi offrì di pilotare nel campionato rally internazionali in GR 1 con l’Ascona di Conrero, peccato che l’entusiasmo mi venne smorzato dalla presenza come avversari di Escort Gr 1, che sapevo già accreditate di 35 cv in più delle nostre Ascona. Il triste presagio si avverò e a parte la vittoria in GR 1 al mondiale di Sanremo, per quei motivi l’anno fu perso. Nel 1982 Astigiana Corse varò il primo programma semi ufficiale Autodelta, con le Alfette GTV 2500 GRA e io e la Micky Martinelli entrammo come piloti della squadra.  E qui fummo alla débâcle totale, pur con vetture che come cavalli e prestazioni ci permisero di essere sempre al comando. Purtroppo però a causa della coppia alta e una cammes che privilegiava i giri in alto e la massima potenza, il nostro motore andava arrosto in continuazione, surriscaldando il sesto cilindro senza contare problemi al leveraggio del cambio. Per farla breve di fatto collaudammo questo programma per tutto l’anno ma senza frutti, e per un pilota come me che non aveva possibilità economiche, gli insuccessi divennero la mia tomba>>

M: <<Immagino quanta delusione, quanta sofferenza e frustrazione deve aver provato>>

A: <<In quel periodo provai il desiderio fortissimo di smettere, non avevo la forza di continuare, ero amareggiato e deluso, ma nel 1983 qualcosa accadde: venni ingaggiato dalla concessionaria Ramasso per condurre una ESCORT XR3, auto preparata da Bianchi di Trofarello che mi volle aiutare. Con quella riuscii a partecipare ai rally nazionali prima zona come triste ripiego, però rivinsi tutto il GRN e fui primo in tutto il TRN zona 1. Nell 1984 mi sposai e smisi di correre, feci solo qualche gara con una Ritmo 125, perché la passione non è sopita. I risultati tornarono, permettendomi di essere sempre alla ribalta. Questo fece sì che nel ‘85 io venissi aiutato da Kuki Fren che con la Corolla 1,6 GRN mi permise di vincere sempre il TRN Piemonte valle d’Aosta, con presenze costanti nei primi dieci posti. Nel 1986 passai, sempre con Fren al GR A e nuovamente vincemmo tutto, spessissimo nei primi 5 dell’assoluta. Poi vincemmo nuovamente al mondiale di San Remo in classe n4 e arrivammo 11 assoluti a 6 secondi dalla Renault turbo classe n5, che vinse dopo una settimana di gara. Poi un po’ per volta è arrivato l’oblio: Fren avrebbe voluto continuare ma anche lui con tutto ciò che aveva speso per me, aveva bisogno di incassare. C’era bisogno di trovare soldi e non li trovai…>>

M: <<Il suo racconto è pieno di gesta epiche, risultati ad altissimo livello, adrenalina e testacoda. Sono realtà sconosciute ai non addetti ai lavori>>

A: <<Questa è la breve storia di un pilota senza possibilità economiche che però si può vantare di ciò che ha fatto, per averlo fatto senza denari. Grazie comunque a tutti quelli che mi hanno aiutato con amore, passione e investimenti personali. Rimane comunque il piacere e il nel contempo il rimpianto delle cose non fatte, ma sempre accompagnato dai ricordi indelebili, grato alla vita per avermi fatto vivere un’epopea fantastica, direi mitologica>>

Non possiamo che concordare, leggendo le sue imprese e ringraziarlo per averle compiute. Grazie Alberto!