Fino al 2 marzo 2025, la Promotrice delle Belle Arti di Torino rende omaggio ad alcuni tra i più influenti protagonisti della Street Art. Artisti irriverenti, scanzonati, dissacranti, capaci di emozionare e far riflettere. Ormai da tempo, gli “artisti di strada” sono riconosciuti come attori di una vera e propria rivoluzione nell’arte del Novecento. La Street Art non è solo un fenomeno estetico, ma un linguaggio culturale che interpreta e racconta la nostra contemporaneità. Diffusasi nel mondo occidentale negli anni ’60 del secolo scorso, affonda le sue radici nel Graffitismo e si ispira alla Pop Art, per poi evolversi in una forma autonoma e distintiva, con un linguaggio espressivo unico. Si impone nel panorama artistico con un’estetica che rompe gli schemi: colori accesi e spesso innaturali, forme e proporzioni inedite, talvolta esasperate, e un distacco netto dalle convenzioni dell’arte figurativa. Ciò che la rende unica è anche la sua vocazione inclusiva: un’arte pensata per parlare a tutti, indipendentemente dal livello di istruzione, dall’età o dallo status sociale.
La scelta di esprimersi in spazi pubblici—muri, vagoni della metropolitana, piazze—è una dichiarazione politica. Evitare le sedi istituzionali e i circuiti tradizionali è un atto di ribellione: l’arte urbana, libera e accessibile, mira a restituire alle persone il diritto di vivere e riappropriarsi dello spazio pubblico. Per coerenza, molti street artist rifiutano di monetizzare le proprie opere attraverso il copyright, riaffermando così il valore collettivo della loro espressione.
La Street Art affronta temi di grande rilevanza sociale—giustizia, lotta alla povertà e allo sfruttamento, anticonsumismo—e nel tempo è riuscita a superare i confini della strada per essere celebrata nei più importanti musei del mondo, senza mai perdere la propria identità.
Nella rassegna in corso alla Promotrice delle Belle Arti di Torino, questa forma d’arte, trasgressiva e irriverente, conquista anche i più scettici. Le opere catturano lo sguardo e regalano il piacere della meraviglia con un linguaggio diretto e ironico che trasforma concetti complessi in emozioni. Un’occasione perfetta anche per i più piccoli, che, incuriositi da immagini immediate e coinvolgenti, scopriranno che l’arte può diventare un gioco capace di far riflettere.
L’elenco degli artisti presenti è di altissimo livello: da Accardi a Veneziano, passando per Bolin, Casagranda, Hirst—l’autore del celebre Teschio di diamanti (For the Love of God)—Jago, John Blond, Kaws, LaChapelle, Laurina Paperina, Mapo, Mr. Brainwash, Murakami, Obey, Ozmo, Petrucci, Pope, Rizek, Rotella e TvBoy. Molte delle opere esposte sono ormai icone dell’immaginario collettivo contemporaneo. E poi c’è Banksy. Misterioso, inafferrabile, sempre in prima linea—anche a rischio della propria incolumità—per difendere la pace, la giustizia, il rispetto per l’ambiente e la fratellanza. Valori più che mai minacciati. L’auspicio è che quel meraviglioso lancio di fiori che il genio di Bristol dipinse anni fa su un muro di Betlemme possa presto trasformarsi in realtà.
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