Un affascinante excursus sulla vita di Mario Soldati non poteva durare solo il tempo, pur generoso, di un convegno, dunque mi sono messa a disposizione, intanto a proseguire l’iniziativa capitanata dal direttore di Torino Magazine, nonché affettuoso amico, Guido Barosio, e poi a dare un contributo personale, della mia famiglia, a colui che con curiosa vivacità ci ha travolto con la sua narrazione enogastronomica. Da qui nasce il convivio organizzato nel nostro ristorante QR Quadrilatero Romano di Via Delle Orfane 25 a Torino, pronto a sperimentare anche a tavola il connubio Torino – Roma, celebrando l’intellettuale di strada. L’idea è stata quella di affiancare, con genuinità, non solo due città molto amate da Soldati, ma due capitali d’Italia. Quindi, non la ricerca del gusto ma il ritrovamento dei gusti che rendono facilmente riconoscibili i due capoluoghi. Abbiamo immaginato la nostra degustazione sempre con due piatti ben distinti, ma abbinati, per ogni portata. Con gli antipasti la proposta non poteva che cadere sul tagliere tipico piemontese composto da uova ripiene, acciughe al verde, peperoni al sapore di bagna couda, polpetta di battuta di Fassona con foglia di tartufo, e tomini al verde e piccanti. La replica romana ha visto il tagliere tipico laziale con assaggio di pecorini, porchetta d’Ariccia, e tra i salumi, coppa di testa, salame di corallina, salsiccia senese, spianata piccante, mortadella, confettura di arancia e zenzero. I piatti sono stati accompagnati dal vino romano, dal colore del sole, Tapioco de La Tognazza. Ci perdonerà Soldati se abbiamo tradito la sua regola aurea di consumare il vino sul posto, dove nasce, ma l’occasione meritava una deroga. Il viaggio nella nostra rivisitazione della Valle del Po è proseguito con l’abbinata dei primi piatti rappresentati dai tajarin al ragù di coniglio e l’immancabile carbonara. Torino la saggia e Roma l’ariosa della nostra cena Soldatiana ha lasciato poi il passo ad un vino piemontese, un nebbiolo della cantina Occhetti Prunotto per appaiare guancia brasata e coda alla vaccinara. Il gran finale è stato un’esplosione di dolcezza con il nostro bonet che tiene a braccetto il maritozzo. Mentre, i calici del cin cin, tintinnanti, concedevano un brindisi tra le bollicine di Cocchi dell’Alta Langa e l’amaro Virgilio. Non un confronto, dunque, ma un’alleanza di sapori sulla nostra tavola Soldatiana per un ringraziamento immenso al divulgatore televisivo di cui orgogliosamente omaggiamo la coinvolgente testimonianza. Mi domando che reportage ne avrebbe fatto il grande Mario Soldati …
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