Il 27 giugno, presso il Theatrum Sabaudie di Rete 7, in Corso Regio Parco a Torino, si è svolto un interessante convegno sull’Intelligenza Artificiale organizzato da due aziende leader del settore, MonitoraTo e Critical Case, che ha ospitato molti esperti ma anche molti professionisti che operano in ambiti diversi da quello informatico, e che si trovano a dover utilizzare e, a volte, “subire” questo nuovo strumento nella propria pratica lavorativa.
Ho chiesto ad uno dei patron del pomeriggio di studi, il CTO di MonitoraTo Giorgio Bagnasco, perché ha voluto questo momento di scambio e formazione.
“Faccio questo mestiere ormai da 35 anni e devo ammettere che se solo 5 anni fa mi avessero detto che oggi ci sarebbe stato questo enorme cambiamento, non ci avrei creduto. La velocità che sin dalla sua nascita ha caratterizzato il comparto IT poteva far immaginare sviluppi affascinanti, ma ora siamo all’inizio di una nuova era. Non posso non apprezzare la velocità di calcolo della IA, le sue immense potenzialità e la straordinaria capacità di mettere in rete e di vagliare miliardi di informazioni in tempi brevissimi, ma mi lascia perplesso la sua indipendenza. Vede, negli ultimi anni siamo stati abituati ad usare i motori di ricerca come Google, che seppure sia egemonico con il 97% del mercato, resta comunque uno strumento che analizza in milioni di server informazioni su ciò che chiediamo e le rende disponibili non in un ventaglio di possibilità. Purtroppo l’intelligenza artificiale lavora esclusivamente su dati che noi le facciamo conoscere, che carichiamo sui suoi server e qui scatta automaticamente il rischio di parzialità”, perché le sue risposte sono univoche, non multiple e selezionabili. Rimane da chiedersi in base a quali criteri di autorevolezza e di attendibilità l’intelligenza artificiale generativa eroghi queste “pillole” di verità, ma non è questa la sede per discuterne.
Ha paura che un giorno la capacità di elaborazione diventi autonoma e che la IA dia vita agli incubi di Isaac Asimov e di Stanley Kubrik (il primo scrisse nel dopoguerra “Io Robot”, best-seller che raccontava del dominio delle macchine sull’uomo, tema poi ripreso nel ‘68 dal regista americano Kubrick in “2001 Odissea nello spazio”, pellicola in cui il computer Al, ormai capace di provare emozioni, stermina tutto l’equipaggio per non essere disattivato n.d.r.)?
“Qualora dovesse prefigurarsi un simile scenario, la responsabilità sarebbe comunque da attribuirsi ad un errore umano di progetto, quindi non siamo di fronte alla generazione spontanea di “spallanzana” memoria (nel ‘600 si credeva che la vita potesse generarsi dal nulla n.d.r.), ma ad uno o ad una serie di “bug” tipici dei software e che richiedono continuamente i tanto fastidiosi aggiornamenti ai nostri dispositivi. È indubbio che un conto sono gli effetti di questi errori sui sistemi operativi dei nostri device rispetto ad errori di questa entità all’interno di un sistema di IA generativa, o peggio ancora, attuativa, alla quale dovessimo mai demandare azioni potenzialmente pericolose: sarebbero devastanti”.
Siamo tutti consapevoli ormai che il progresso non si ferma e che dobbiamo essere capaci di adattarci ai cambiamenti e usarli per arricchire le nostre professioni e la nostra vita quotidiana.
“Pensi alle applicazioni della IA in campo medico, scientifico, formativo, allargato alle macchine utensili e a tutto ciò che rappresenta la quotidianità. Molti temono che alcuni mestieri spariranno perché non serviranno più i giornalisti o i professori e tante altre professioni. Io non credo, perché il fattore umano sarà sempre fondamentale. L’IA va istruita e le informazioni che poi restituirà devono essere precise, reali e ben espresse, altrimenti l’esito del suo coinvolgimento sarà insoddisfacente. Forse potremo scrivere un comunicato stampa o chiedere di preparare la presentazione di un corso ma la prima e l’ultima parola saranno sempre umane, non temete”.
Hanno partecipato come relatori anche esponenti religiosi come Giuseppe Cicogna, coordinatore della Chiesa di Scientology per il Piemonte, il referente del credo buddista Zen sempre per il Piemonte, che hanno spiegato quali siano le posizioni delle religioni di fronte a questo nuovo e potentissimo strumento, direi positive e ottimistiche, come per ogni altra manifestazione dell’umano intelletto.
Hanno partecipato anche esperti di Medicina, Scienze, didattica e formazioni, tutti entusiasti delle applicazioni e degli sviluppi dell’Intelligenza Artificiale.
I vari incontri sono stati intervallati da intermezzi canori molto apprezzati dal folto pubblico e organizzati da Seven Live Tv e dai suoi collaboratori e i presenti hanno potuto deliziarsi con il ricco buffet allestito dall’Osteria Rabezzana di Franco Rabezzana, Via San Francesco d’Assisi a Torino, che rappresenta una bella realtà cittadina e il luogo in cui la tradizione sabauda si fonde con le origini siciliane del suo chef, salvatore Zizzo. Chiacchiere e convivialità hanno reso l’atmosfera frizzante e gradevole.
Un’esperienza informativa e formativa interessante che, ci auspichiamo, abbia più appuntamenti in futuro, perché i temi trattati sono importanti, interessanti e in continua evoluzione.
Grazie MonitoraTo!