Pare che la grande storia del marchio di René Lacoste sia nata a Boston, per aver ammirato e desiderato dalla vetrina di un negozio, un elegante borsone in pelle di coccodrillo. Quell’oggetto di lusso sarebbe stato il premio della eventuale vincita della squadra francese di tennis nelle gare americane di Coppa Davis. La vittoria non ci fu ma l’aneddoto giunse all’orecchio di un cronista che, il giorno dopo, scrisse: “Sconfitta per l’alligatore francese”. In Francia l’animale, per un errore di traduzione, divenne un coccodrillo e da lì nacque tutto. Agli inizi del Novecento René, ragazzino gracile ed elegante, venne sedotto dal tennis, che gli fece abbandonare il progetto tanto voluto dal padre, potente costruttore di automobili, di farlo diventare il suo delfino. Lacoste non fu un talento naturale, non ebbe un illuminato maestro, ma possedette determinazione, intelligenza e una ferrea volontà. Comprò molti libri sul tennis, a casa aveva un muro di cemento da crivellare di colpi, si allenò solo per mesi interi, fu rigidissimo, imparò a studiare minuziosamente il gioco avversario, con determinazione chirurgica. Il suo gioco non fu talentuoso, né così elegante ma la sua tattica sublime. Lacoste era per gli avversari un muro che li avrebbe sfiniti per ore, respingendo ogni colpo allo specchio, prima di infliggere il punto finale: come fa il rettile con la preda. Qualche anno dopo, la sua crudeltà agonistica portò la squadra francese alla vittoria e fece entrare Lacoste nell’Empireo del tennis. Durante le gare faceva un gran caldo, René ebbe l’intuito di far tagliare le maniche lunghe alle maglie della squadra, che divennero fresche polo. Sulla sua fece cucire un grosso coccodrillo verde, all’altezza del cuore. I compagni invidiosi la vollero uguale, i coccodrilli divennero quattro. Le maglie furono sfoggiate in giro per il mondo, scatenando le richieste di giocatori e fan. Lacoste dapprima regalò le sue creazioni, poi intuì il business. Così un tennista capace divenne imprenditore milionario. Lasciò lo sport minato da una debilitante tubercolosi, diede ascolto alla vena creatrice e fu inventore innovativo. Inventò la racchetta in metallo, iniziò a produrre le sue linee di abbigliamento e divenne un fenomeno mondiale, un modo di essere, un’icona fuori dal tempo, un impero miliardario. Chissà se René avrebbe mai immaginato tutto questo, mentre faceva cucire quel coccodrillo troppo verde e troppo grosso sulla maglia. Ma si sa, la vita è un meraviglioso percorso, o meglio, una partita a tennis…
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