“Grazie al cane ho avuto tempo di pensare”: la relazione uomo-cane nell’intervista di Fiodor Verzola a DoggoDaily, di Alex Fersini
Nella suggestiva Sala dei Camini della Palazzina di Caccia di Stupinigi, a Nichelino, si è svolta ieri sera, 23 ottobre 2025, una serata che ha unito arte, filosofia e sensibilità civile.
L’assessore Fiodor Verzola, educatore cinofilo e responsabile delle Politiche Animaliste del Comune, ha intervistato Navid Tarazi, conosciuto come DoggoDaily, autore del libro “Posso fare una foto al tuo cane? Storie di amore, resilienza, complicità” — un progetto fotografico diventato un vero fenomeno culturale e social.
L’incontro, che ha visto la partecipazione di numerosi cittadini e appassionati accompagnati dai propri cani, si è trasformato in una celebrazione collettiva della relazione tra uomo e animale. Nella platea, tra i tanti binomi presenti, anche il protagonista del primo scatto realizzato da DoggoDaily: un piccolo bassotto a pelo lungo, ritratto anni fa per caso, che ha segnato l’inizio di una narrazione oggi seguita da milioni di persone nel mondo.
Al termine dell’intervista, Tarazi si è fermato per un momento di firmacopie, accogliendo i lettori uno per uno, spesso in compagnia dei loro compagni a quattro zampe. «Ogni dedica è un incontro, ogni foto una storia che continua» — ha detto sorridendo, sintetizzando lo spirito di un progetto che vive di empatia, curiosità e gratitudine.
L’ambientazione: Stupinigi, Nichelino e la sala dei Camini
Che l’intervista abbia avuto luogo nella Sala dei Camini della Palazzina di Caccia di Stupinigi non è un dettaglio casuale. Il complesso, patrimonio storico e architettonico, rappresenta – simbolicamente – l’incontro tra uomo, natura e arte dove soprattutto i cani erano i protagonisti. Proprio qui, in questa cornice che parla di storia, potere e cura del territorio, la relazione uomo-cane trova un significato più ampio: non solo affetto, ma radicamento sociale e culturale.
«Senza cane niente casa, senza casa niente amore»
L’incontro si è aperto con le parole dell’assessore Verzola, che ha citato Piero Scanziani: «Senza cane niente casa, senza casa niente architettura e niente amore. La casa, luogo d’amore, consente di chiudere la porta. Senza amore niente poesia, niente arti, musica, niente uva: senza vino niente danza, senza cane, niente uomo».
Un passo che ha introdotto il pubblico a una riflessione profonda sul valore antropologico del legame con il cane. «La presenza del cane non è soltanto affettiva» — ha spiegato Verzola — «è culturale, simbolica, parte della nostra identità. È una relazione che ci definisce come esseri umani e da cui possiamo ancora imparare molto».
Il progetto MetropoliCane: il cane come specchio dell’umano
Prima di entrare nel vivo dell’intervista, Verzola ha presentato il progetto MetropoliCane, ideato per raccontare la relazione tra uomo e cane come espressione di cultura urbana e consapevolezza sociale. «Parto proprio da Scanziani perché è un testo che mi ha formato nel mio percorso di studi» — ha detto — riconoscendo nel pensiero dello scrittore il punto di partenza di una riflessione più ampia sull’essere umano in città.
In questa visione, il cane è compagno di pensiero, presenza che ci restituisce il tempo dell’ascolto e della cura. «Senza di lui — ha aggiunto — l’architettura della vita, la casa, la comunità, la cultura perdono senso. Dove manca il cane, manca una parte dell’umano».
DoggoDaily: lo sguardo che fotografa l’anima dei cani (e dei loro umani)
Navid Tarazi, nato in Iran e oggi residente a Torino, è il volto del progetto DoggoDaily, seguito da milioni di persone sui social. «In Iran portare un cane a spasso è vietato» — ha raccontato — «quando sono arrivato in Italia, vedere cani nelle strade, nei parchi, nei bar è stato uno shock bellissimo. Ho iniziato a fotografarli per capire, per imparare a conoscerli».
Da quella curiosità è nato un linguaggio visivo unico, fatto di foto spontanee, incontri e dialoghi empatici. Il libro Posso fare una foto al tuo cane? è un diario di vite intrecciate, come spiega lo stesso autore:
«Questo libro nasce da migliaia di incontri nelle vie e nelle strade italiane. Ogni scatto è una porta aperta su una storia: adozioni che cambiano destini, complicità costruite tra passeggiate e cure, ferite guarite dalla fiducia. Le immagini sono accompagnate da racconti brevi, spesso narrati dalla voce dei cani, per restituire ciò che lo sguardo non dice: paure, gioie, piccoli segreti condivisi con gli umani. Non è un catalogo di razze, ma un mosaico di relazioni. Ho scelto uno sguardo onesto e gentile: nessun sensazionalismo, solo incontri veri, luce naturale, città reali. Sfogliarlo significa camminare con me, fermarsi, chiedere il permesso, ascoltare. Se ami i cani, troverai riconoscenza. Se ami le persone, scoprirai che dietro ogni guinzaglio c’è un mondo».
Durante il dialogo, Verzola gli ha chiesto come viva oggi la notorietà del suo progetto. «Non mi aspettavo che diventasse virale» — ha risposto Tarazi — «continuo a fare ciò che facevo all’inizio: cammino, incontro persone, racconto i loro cani. Ogni giorno scopro nuove storie di amore, perdita e riscatto».
Cultura, civiltà e responsabilità
Il pubblico, composto da volontari animalisti, famiglie e curiosi, ha seguito con attenzione e commozione. Molti partecipanti erano accompagnati dai propri animali, segno tangibile di una comunità che riconosce nel legame uomo-cane un valore condiviso.
Nella seconda parte della serata, Verzola ha introdotto un tema centrale: la crisi dei canili e la necessità di promuovere un’adozione più consapevole. «Il vero problema — ha sottolineato — è l’ignoranza cinofila. Troppe adozioni impulsive, poca conoscenza. Adottare un cane è una scelta di responsabilità».
Tarazi ha raccolto l’invito parlando dei suoi progetti futuri: un libro illustrato per bambini dedicato al rispetto degli animali, e una promessa personale. «Se un bambino cresce capendo che non si abbandona un cane — ha detto — cresce anche come cittadino migliore. E molto presto anch’io adotterò un cane da un canile: in questi anni li ho fotografati, ma non ho mai provato l’emozione di averne uno mio».
L’incontro si è chiuso con un lungo applauso, fatto con la lingua dei segni (LIS), nel rispetto dei cani presenti per non agitarli e spaventarli e con le parole di Verzola che hanno riassunto l’intera serata: «Senza cane, niente uomo. È il cane che ci insegna la fedeltà, la presenza e la poesia del vivere».
In un luogo simbolo come la Palazzina di Stupinigi, dove storia e natura si intrecciano, l’arte di DoggoDaily e la sensibilità dell’assessore Verzola hanno ricordato a tutti che, dietro ogni guinzaglio, si nasconde un mondo fatto di cura, empatia e umanità condivisa.


