Oggi più che mai cresce il bisogno di trovare risposte che vadano oltre a quello che si è pensato fino ad ora.
La psicologia olistica, che integra diverse discipline, risponde a questa esigenza, proponendo una visione dell’essere umano come sistema integrato di mente, emozioni, corpo ed energia, inscindibilmente connesso al suo ambiente e alla sua storia familiare.
In questo panorama si inseriscono le costellazioni familiari, una metodologia che consente di esplorare in profondità le dinamiche inconsce che attraversano le generazioni.
Questo approccio parte dal presupposto che ogni individuo sia parte di un sistema più ampio, il “campo familiare”, che lo influenza in modi spesso invisibili ma potenti.
Il concetto di campo morfico, introdotto dal biologo Rupert Sheldrake, fornisce una base teorica per comprendere come queste dinamiche si trasmettano e si manifestino.
Secondo Sheldrake, ogni sistema naturale — sia esso un gruppo familiare, una comunità o un ecosistema — possiede un proprio campo informativo che conserva la memoria collettiva e guida i comportamenti individuali.
Applicato alle costellazioni familiari, questo significa che durante il lavoro si attiva un campo invisibile in cui emozioni, conflitti, esclusioni e legami interrotti possono emergere, essere riconosciuti e infine integrati.
Nel corso di una costellazione, senza la necessità di spiegazioni razionali dettagliate, i rappresentanti percepiscono emozioni o impulsi che non appartengono a loro personalmente, ma che riflettono fedelmente il vissuto del sistema rappresentato.
È il campo morfico che rende possibile questa trasmissione, aprendo uno spazio di consapevolezza e trasformazione.
Come si svolge una costellazione familiare
Durante una costellazione, una persona (detta “costellante” o ‘’costellato’’) porta un tema personale che desidera esplorare: può trattarsi di una difficoltà relazionale, un disagio emotivo, un sintomo ricorrente, un senso di blocco o disconnessione.
Il facilitatore invita poi il costellante a scegliere alcuni membri del gruppo per rappresentare figure significative del suo sistema familiare (come genitori, fratelli, nonni, o lo stesso sé).
I rappresentanti vengono disposti nello spazio e, pur non conoscendo la storia della persona, iniziano a percepire sensazioni fisiche, emozioni o impulsi che sembrano riflettere la realtà del sistema.
È come se, nel momento della rappresentazione, si attivasse un campo di informazioni condivise: quello che viene chiamato “campo morfico”.
Il facilitatore osserva le interazioni tra i rappresentanti, guida eventuali spostamenti, introduce frasi simboliche o passaggi rituali, aiutando il sistema a trovare una nuova configurazione di equilibrio, ordine e riconoscimento.
Questo processo può avvenire in gruppo o, in forma adattata, anche in setting individuale.
Perché oggi le costellazioni familiari possono essere così importanti?
Viviamo in una società che tende a spezzare i legami profondi, privilegiando l’individualismo.
Eppure, la nostra esistenza resta intrecciata alla storia dei nostri antenati: traumi irrisolti, esclusioni, perdite e conflitti non elaborati possono continuare a esercitare un’influenza inconscia sulle nostre vite, manifestandosi attraverso difficoltà relazionali, blocchi emotivi, o persino sintomi fisici.
Attraverso il lavoro sistemico delle costellazioni familiari, è possibile riportare ordine, equilibrio e riconoscimento dove c’è stata esclusione o disarmonia.
Questo processo non si limita a una comprensione intellettuale: coinvolge il corpo, l’emotività e il vissuto profondo della persona, portando spesso a cambiamenti reali e duraturi.
La psicologia olistica integra queste pratiche in un percorso di crescita che accompagna la persona a prendersi cura non solo dei sintomi, ma delle radici profonde del suo malessere.
È un cammino di riconnessione con sé stessi e con la propria linea familiare, in cui mente, corpo e anima possono finalmente dialogare e procedere insieme verso un maggior senso di integrazione.
Un invito alla responsabilità e alla scelta consapevole
Proprio perché le costellazioni familiari lavorano a un livello così profondo e delicato, è fondamentale affidarsi a professionisti qualificati.
Ad oggi, questa pratica non è regolamentata da un albo professionale né da una normativa chiara: ciò significa che chiunque, anche senza una formazione adeguata, può proporsi come facilitatore.
Questo comporta un rischio concreto: in mani inesperte, un’esperienza potenzialmente trasformativa può diventare confusa, dolorosa o addirittura dannosa.
Per questo è essenziale verificare che il conduttore abbia una solida preparazione, idealmente in ambito psicologico, e che operi in un contesto etico e rispettoso della persona.
Le costellazioni familiari possono essere uno strumento prezioso per riconnettersi alle proprie radici e sciogliere nodi profondi. Ma come ogni strumento potente, ha bisogno di mani competenti e sensibili per poter portare beneficio.
In un’epoca che ci invita a essere sempre più frammentati, riscoprire il senso di appartenenza, riconoscere le nostre radici e onorare chi ci ha preceduto è forse uno degli atti più profondi di guarigione che possiamo compiere.
Nel silenzio di un campo che si fa presenza viva, ogni passo di consapevolezza diventa un atto d’amore — non solo per noi stessi, ma per tutta la rete invisibile di cui facciamo parte.
“Dentro ogni sistema familiare vive una storia più grande della nostra vita personale: riconoscerla è il primo passo verso la libertà.”
– Myriam Lopa
Breve bio:
Chi è Myriam Lopa
Myriam Lopa è psicologa clinica olistica, facilitatrice di costellazioni familiari e accompagnatrice nel percorso di crescita personale.
Con un approccio integrato che coniuga strumenti della psicologia, tecniche corporee ed esplorazioni energetiche, sostiene le persone nel riconnettersi alle proprie radici profonde e nel ritrovare equilibrio tra mente, corpo e anima.
Attraverso il suo lavoro, promuove la consapevolezza del sé come parte di un sistema più grande, in un cammino di riconciliazione e trasformazione interiore.
www.myriamlopa.it