Gatti in posa, autoritratti onirici, persone immerse nelle patatine fritte e scenari psichedelici e disturbanti.

È un caleidoscopio di visioni quello proposto da “Chromotherapia. La fotografia a colori che rende felici,” la mostra allestita fino al 9 giugno a Roma, nelle eleganti sale di Villa Medici.

Curata da Maurizio Cattelan e Sam Stourdzè, la rassegna è concepita come un viaggio emozionale e visivo nella storia della fotografia a colori del XX secolo, attraverso lo sguardo irriverente e geniale di 19 artisti internazionali. Una celebrazione della forza espressiva del colore, capace di scuotere e sovvertire ogni regola del visibile.

Cattelan e Stourdzè propongono un’antologia visiva che esalta il genio creativo di artisti rivoluzionari, capaci di rompere schemi e raccontare il mondo da prospettive inedite e spesso surreali. 

Una vera terapia cromatica per occhi e mente, dove l’ironia, spesso, si fonde all’inquietudine, dando forma a immagini capaci, al contempo, di divertire e far riflettere chi le osserva.

Tra i protagonisti della rassegna Walter Chandoha, maestro dei ritratti felini, che riesce a cogliere nei suoi scatti la personalità più intima degli animali domestici, elevandoli a soggetti pieni di espressività.

Erwin Blumenfeld, visionario della fotografia di moda, rivoluziona il genere con composizioni sofisticate e sperimentali, dove il colore è linguaggio e metafora.

Juno Calypso mette in scena sé stessa in autoritratti teatrali e disturbanti, decostruendo con ironia e malinconia gli stereotipi legati alla femminilità contemporanea.

E poi Martin Parr, cronista spietato e ironico della società dei consumi, che attraverso immagini ipersature e spiazzanti racconta l’assurdità del quotidiano.

Ogni sala è un invito a perdersi tra inquietudi e provocazioni che affascinano e stimolano il pensiero. Un piccolo – grande manifesto della gioia di guardare, fino in fondo, il mondo intorno a noi e riconoscere le sue contraddizioni.